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Prosecco Superiore di Valdobbiadene extra dry DOCG Bepin de Eto
Spumante di colore giallo paglierino tenue con riflessi smeraldo.
Impeccabile nella limpidezza arricchita da un minuto di incessante perlage.
Dall’aroma emerge la nota fruttata con la mela, la pera e la pesca.
Il floreale è presente con un delicato sentore di rosa e fiore d’acacia, nel finale emerge una tenue nota vegetale.
Al palato è fresco e dona una nota dolce e morbida che poi lascia spazio ad una più acida ben presente, limoncina. Equilibrato, leggero, snello è dotato di ottima bevibilità.
Si consiglia di servirlo in un bicchiere a tulipano, ampio e con bocca richiudente, ad una temperatura di 6-8 °C.
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Prosecco Superiore di Valdobbiadene extra dry DOCG Bepin de Eto
Spumante di colore giallo paglierino tenue con riflessi smeraldo.
Impeccabile nella limpidezza arricchita da un minuto di incessante perlage.
Dall’aroma emerge la nota fruttata con la mela, la pera e la pesca.
Il floreale è presente con un delicato sentore di rosa e fiore d’acacia, nel finale emerge una tenue nota vegetale.
Al palato è fresco e dona una nota dolce e morbida che poi lascia spazio ad una più acida ben presente, limoncina. Equilibrato, leggero, snello è dotato di ottima bevibilità.
Si consiglia di servirlo in un bicchiere a tulipano, ampio e con bocca richiudente, ad una temperatura di 6-8 °C.
Denominazione dettagliata | DOCG |
Prezzo al Litro | 13,67 € |
Grado alcolico | 11,5 % |
Prodotto venduto su Preordinazione | No |
Produttore |
Esistono dei sistemi mentali, dei modi di pensare che condizionano decisioni e azioni. Alle volte sono il frutto di un percorso costruito nel tempo, altre volte sono innati processi di una tradizione di famiglia. In Veneto, tra i Colli di Conegliano, nell’azienda della famiglia Ceschin questo ordine è sinonimo di eccellenza. E’ ricerca di una naturale
coerenza tra le gesta che si compiono ed i pensieri che le generano. E’ l’umiltà di porsi sempre un passo indietro, collocandosi nella giusta prospettiva per apprendere con sguardo attento, dall’esperienza di padri e nonni.
Così, spingendosi sempre alla ricerca di nuove sfide, Nicoletto intraprese la costruzione di quella passione edificata sulle solide fondamenta dell’amore per la propria terra e costruita, anno dopo anno, con i mattoni dell’entusiasmo. Un’opera in divenire che passò al figlio Mosè e a sua volta a suo figlio Giuseppe. In lui, l’anima popolare più schietta della gente del luogo identificò una tale somiglianza con il nonno Nicoletto, da attribuirgli il soprannome di Bepin de Eto, Giuseppe del Nicoletto.
Dal 1965, dopo aver appreso i segreti del mestiere ed aver conquistato la fiducia della sua terra, Ettore, figlio di Giuseppe, conduce con determinazione, aiutato oggi dalle sue tre figlie, l’azienda di famiglia. Ad essa ha voluto dare quel soprannome, Bepin de Eto, per ricordare suo padre, la sua famiglia, la sua storia.
La dolcezza di una terra
Accade a volte che un vino assomigli così tanto alla sua terra che nei riflessi se ne scorgano i colori, che nei sentori si senta il profumo dell’aria e che nei sapori si percepisca la cura di mani esperte. Questo accade nei vini della Bepin de Eto, frutto di grappoli seguiti con esperienza e attenzione. Qui tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene si celano centri storici e borghi di alto valore culturale che si concedono allo sguardo evocando l’antica storia vinicola che parla di queste terre. Una storia che risale a oltre 2000 anni fa quando i romani, su premesse etrusche, introdussero in quest’area la coltivazione della vite.
In seguito, nel tardo medioevo Conegliano ebbe i suoi Statuti che regolavano anche il settore vitivinicolo e si sviluppò il commercio dei vini di collina, come testimoniano le Ducali dei suoi Podestà. Nel 1500 i mercanti della Serenissima dimostrarono il grande interesse per i vini di questa zona, che il Podestà Stefano Erizzo definiva “ottimi” ed in specie quelli di Feletto. Area, tra le altre, utile per il rifornimento di legname, necessario per la costruzione dell’imponente flotta lagunare. Per non dimenticare nulla di queste meraviglie storiche e naturali, nel 1875, in Conegliano fu fondata una delle prime Scuole Superiori di Enologia e nel 1923 un Istituto di ricerca. Nel 1966 proprio qui fu fondata la prima arteria enologica italiana, denominata “Strada del vino bianco”, un percorso di 33 km tra i vigneti di Conegliano e Valdobbiadene. Come diretta conseguenza, nel 2003 nacque la “Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene”, nata per valorizzare il territorio, i suoi diversi paesaggi viticoli e le tante attrattive storico-artistiche. La Strada attraversa anche il comune di San Pietro di Feletto, che fornisce il suo naturale contribuito in termini di enologia e di storia, grazie al seicentesco eremo camaldolese di Colle Capriolo, oggi sede del municipio, e alla Pieve di San Pietro di Feletto risalente al XI secolo. Spostandosi a valle, a Conegliano s’incontra l’Istituto Enologico “G.B. Cerletti” la prima Scuola Enologica d’Italia istituita il 9 luglio 1867 con Regio decreto di Vittorio Emanuele II. Importante sede di studi e ricerche sulla genetica della vite cui tanto contribuì il professor Luigi Manzoni, i cui incroci sono tutt’ora molto apprezzati.
Oggi l’Istituto ha assurto un rilievo d’importanza nazionale ed internazionale contribuendo ad aumentare il valore di questi luoghi ricchi di fascino e suggestioni. Scenari che hanno incantato pittori e poeti, tra questi Andrea Zanzotto che fin da bambino ha stretto con questa terra un legame profondo, fonte di ispirazione per raccontare nelle sue poesie, stagioni, colori e forme di un territorio ed i sentimenti della sua gente.E qui, dove arti e scienze hanno omaggiato questa terra, come la storia della famiglia Ceschin è parte viva di quella della Bepin de Eto, la storia di queste terre le arricchisce ancor di più di un fascino antico, che tocca l’anima e la incide di emozioni.
Sentori d’esperienza
È un’esperienza da provare, il profumo di annate passate che una cantina custodisce e sprigiona per ricordare che lì, negli anni si sono affinate scelte e generate soluzioni. Bisogna osservare i luoghi dove l’uva viene per sua natura trasformata in vino. Dove dopo aver raggiunto la maturità si prepara ad un nuovo futuro, un percorso perfezionato negli anni, un processo che occhi allenati seguono con estrema cura. Un cammino che conduce passo dopo passo ad una produzione, controllata e garantita.
Nella cantina di Ettore, l’entusiasmo per questo cammino si respira ogni anno più intenso, mentre tradizione e innovazione rafforzano la loro alleanza per raccontare con vini di qualità, chi è Bepin de Eto. Dalla raccolta dei grappoli durante la vendemmia, all’intero processo di vinificazione in cantina, le uve vengono seguite passo dopo passo, per garantire un’elevata qualità in ogni bottiglia.
Vini rossi, bianchi, dolci e spumanti, capaci di catturare l’attenzione dei palati più esigenti. Anche questo è Bepin de Eto.
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